Nessun accordo nelle trattative con le FFS sulle misure di risparmio

A causa della difficile situazione finanziaria delle FFS, ai collaboratori è stato chiesto di rinunciare all'aumento salariale individuale del 2021 e a due giorni di ferie. La comunità di negoziazione non ha potuto acconsentire a queste misure ed è per questo motivo che ora le FFS si appellano al tribunale arbitrale ai sensi del CCL.

Oltre alle trattative per un nuovo sistema salariale, le FFS hanno invitato i partner sociali a discutere anche in merito alle misure di risparmio. Le FFS lamentano una perdita semestrale di 479 milioni di franchi, di cui solo una parte è a carico delle finanze pubbliche. Si può presumere che lo scarso utilizzo della capacità dei treni continuerà e che si dovranno prevedere delle perdite anche nel 2021.
Sebbene il personale di importanza sistemica abbia svolto la propria attività anche nei momenti peggiori della pandemia di Covid-19, comprendiamo perfettamente la difficile situazione in cui si trovano le ferrovie e tutta l'economia in generale.

A causa della situazione attuale, le FFS chiedono ai collaboratori di rinunciare ai loro aumenti salariali individuali e a due giorni di ferie. In quanto parte sociale responsabile, la comunità di negoziazione, composta da VSLF, SEV, AQTP e transfair, ha dato la propria disponibilità a negoziare le richieste delle FFS.

L'aumento salariale individuale (0,9%) e la prestazione una tantum (0,4%), come pure la rinuncia ad un aumento salariale generale, sono stati concordati contrattualmente per gli anni 2019-2022 in occasione delle trattative CCL del 2015. In cambio, i dipendenti devono contribuire ai costi legati ai giorni di assenza per malattia. Questo è quanto era stato definito in occasione delle trattative in questione.

Poiché questa richiesta delle FFS, con la mancata concessione dell’aumento salariale individuale e della prestazione una tantum, riguarderebbe solo i nuovi collaboratori delle FFS e comporterebbe delle perdite salariali durature, ci siamo astenuti dal dare il nostro accordo.
Il fatto che l'ex CEO delle FFS, nonostante le sue dimissioni, abbia ricevuto ancora 450'000 franchi, viene giustificato da obblighi contrattuali. Riteniamo che le FFS abbiano la stessa responsabilità nell'adempimento dei loro obblighi contrattuali anche nei confronti di tutti i loro dipendenti.

La prevista rinuncia ai giorni di ferie, rispettivamente le misure relative all'orario di lavoro, e alla prestazione una tantum, sarebbero stati un modo possibile per accogliere le richieste delle FFS. Il fatto che numerosi collaboratori delle FFS abbiano posticipato le ferie dal 2020 al 2021 - contrariamente a quanto previsto internamente - ha causato forti reazioni tra i collaboratori e ha aumentato la pressione sulle trattative.

Non è stato possibile trovare un accordo in merito alle previste misure di risparmio.
Appello ad un tribunale arbitrale

A causa della situazione legata al Covid-19, le FFS ritengono che l’aumento salariale individuale e la prestazione una tantum non debbano essere concessi, in quanto sono da considerarsi analoghi alle consuete trattative salariali. Noi non siamo d'accordo con questo punto di vista, in quanto gli accordi CCL del 2015 hanno definito chiaramente come e a quanto devono ammontare gli aumenti salariali per gli anni 2019-2022. Le FFS hanno pertanto deciso di appellarsi ad un arbitrato.

Le trattative sul nuovo sistema salariale delle FFS non sono interessate da questa misura e proseguiranno l'anno prossimo.

VSLF No. 654, 16 dicembre 2020, ME/DR/HG
Anita Rutz / 17.12.2020